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Ordine degli Psicologi del Veneto n° 9720

La mia storia

Giorgia Bovo

Psicologa

Mi hanno sempre incuriosito i bambini e vedevo in loro un’unicità che traspariva dietro al loro essere protagonisti delle loro esperienze e artefici delle proprie conoscenze.

E’ la passione e l’interesse di contribuire al loro benessere psicofisico che mi ha portato a diventare dapprima un’educatrice svolgendo il mio lavoro presso i nidi d’infanzia, e a proseguire poi i miei studi in Psicologia per poter avere gli strumenti adatti ad assicurare le condizioni migliori per la loro crescita.

Ho conseguito pertanto la laurea triennale in Psicologia a Padova con successiva specialistica a Trieste, dove mi sono laureata con una tesi in “L’interazione madre-bambino in bambini prematuri, nella PMA”.

Successivamente ho svolto il tirocinio professionalizzante post-lauream in ambito ospedaliero, presso il reparto di Neuropsichiatria Infantile  età evolutiva di Monselice, dove ho potuto constatare la gestione di specifiche difficoltà dei bambini e approfondire il mondo delle dinamiche familiari.

Al termine del tirocinio ho sostenuto l’esame di stato con relativa iscrizione all’albo degli Psicologi del Veneto.

Ho conseguito di seguito il corso in “Programma di Arricchimento Pre-strumentale” sulla base del metodo Feuerstein.

Da più di dodici anni lavoro nell’ambito dei bambini come educatrice e poi Coordinatrice psico-pedagogica negli asili Nido; ho collaborato nella gestione di percorsi di accompagnamento per genitori di bambini nati prematuri con vissuto in terapia intensiva neonatale; collaborato con i servizi sociali dei Comuni per servizi educativi a domicilio e sportello di ascolto genitoriale; organizzo serate a tema per gruppi di genitori.

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La mia filosofia

La richiesta che mi viene spesso fatta è quella di “riparare” il bambino che ha qualcosa in sé che non va. La realtà delle cose però è differente.

Se pensiamo che un bimbo fin dalla nascita è immerso  in un ambiente famigliare dotato di proprie peculiarità relazionali e comunicative e che in questo contesto avvengono le sue esperienze primarie e fondamentali attraverso le quali si plasma, comprendiamo come i  suoi comportamenti, così come ogni sua difficoltà, diventino più facilmente leggibili e decodificabili comprendendo quello che avviene in famiglia o nell'ambiente che gli sta attorno.

Ogni volta che mi ritrovo di fronte ad un comportamento inadatto di un bimbo o a un particolare sintomo psicosomatico di cui è stata esclusa l'origine organica, cerco di comprenderlo alla luce dei sistemi nei quali il bambino è calato e  delle relazioni che in essi intercorrono. (in primis la famiglia, ma anche la scuola e il più ampio contesto sociale).

Il disagio rappresenta infatti un tentativo disfunzionale del bambino per adattarsi ad una situazione per lui problematica. In effetti il bambino, non possedendo gli strumenti dell'adulto, manifesta le proprie difficoltà attraverso un  comportamento disturbato o/e sintomi somatici.

Per uno psicologo come me è  dunque fondamentale vedere e considerare il bimbo non come individuo a sé stante, ma come parte di un sistema più ampio, nel quale i suoi comportamenti e/o sintomi, disagi, assumono un senso e sono decodificabili.

Perciò l’osservazione del bambino con la sua famiglia  permette una visione ampia e meglio contestualizzata del problema e un intervento meglio calibrato.

Pertanto con i bimbi uso mezzi di espressione da questi prediletti (gioco, disegno, favole) al duplice scopo di entrare in una relazione proficua con loro e nel contempo osservare e lavorare.

Durante i miei incontri lavoro con bimbo e genitori  allo scopo di  risolvere le difficoltà in atto e aiutare  a far emergere ogni loro potenzialità atta a ristabilire armonia e benessere personale e familiare. Si può anche valutare  di lavorare solo con la coppia genitoriale.

In ogni caso il mio lavoro è finalizzato ad affrontare in modo efficace le manifestazioni di disagio del bambino nonché ogni altra difficoltà che permea l'ambiente familiare, in vista della loro risoluzione.

In particolare i genitori spesso non sanno né da cosa possa dipendere il malessere del proprio figlio o/e il suo comportamento disturbato, né come comportarsi per poter gestire e risolvere la situazione.

Dunque percorsi di parent education , si rivelano spesso particolarmente elettivi poiché oltretutto volti ad individuare ciò che sostiene e amplifica  le difficoltà del bambino nei suoi contesti di appartenenza (famiglia, scuola, sociale) e a definire insieme ai genitori metodi educativi adeguati nella risoluzione di specifiche problematiche, anche fornendo loro le strategie più opportune  per affrontarle e gestirle.

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