Bye bye ciuccio!
- Giorgia Bovo
- 1 mag 2020
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 24 mag 2020
Come togliere il ciuccio e quando togliere il ciuccio sono le due domande che spesso assillano la mente di voi genitori, soprattutto in questo periodo di lunga permanenza a casa dove a volte le richieste da parte del bambino potrebbero farsi sempre più insistenti.
Non preoccupatevi cari mamme e papà, sono qui per aiutarvi ad avere una risposta ai vostri dubbi e a darvi alcuni consigli utili e qualche strategia vincente per togliere il ciuccio senza turbare l’equilibrio dei vostri piccoli.

Valenza psicologica del ciuccio
La suzione è un riflesso istintivo dei neonati ed è un atteggiamento naturale già presente nel feto, nel grembo materno.
Il ciuccio viene, quindi, usato dal bambino come forma di autoconsolazione e come oggetto calmante per scaricare la tensione.
E’ inoltre, un valido ausilio per conciliare il sonno. Rappresenta, infine, un elemento rassicurante in situazioni di novità o di interazione sociale estranee al contesto familiare.
Questo piccolo oggetto, quindi, ha certamente alcuni interessanti lati positivi per il bambino, sebbene da una certa età in poi gli specialisti medici siano concordi nel consigliare di abbandonarne l’utilizzo.
Uso equilibrato del ciuccio
Il ciuccio non è dannoso in sé, ma è la frequenza e la quantità di tempo di utilizzo che lo rendono potenzialmente tale da un certo punto in poi dello sviluppo (2-3 anni), soprattutto rispetto al corretto sviluppo oro-facciale.
E’ un oggetto consolatorio che è utile il bambino possa utilizzare ma non deve diventare un comodo “tappo” che gli si propone ogni qual volta egli mostri un piccolo disagio o disappunto. E’ importante farne un uso ragionato, valutando volta per volta se questo rappresenta un’utile risposta al disagio del bambino o se invece non potrebbe essere più indicato ricorrere ad altre strategie come, ad esempio, rispecchiare le emozioni e contenere con un abbraccio; proporre un gioco; fare una passeggiata, etc, ovviamente in base alla effettiva possibilità di ricorrere ad altro in quel momento ed all’età del bambino.
Utile sarebbe osservare in quali occasioni il bambino domanda con più insistenza di succhiare, per cercare di comprenderne il messaggio e provare a ri-orientarlo. Si può pertanto insegnare anche altre strategie auto regolative al bambino, via via che cresce ed acquisisce nuove competenze motorie, linguistiche, cognitive, socio-emotive. Infatti, se indirizziamo il bambino all’utilizzo di diverse modalità per la regolazione delle proprie emozioni, egli potrà arricchire la propria “cassetta degli attrezzi” con differenti strumenti utili a fronteggiare le difficoltà e, di conseguenza, faticare meno ad abbandonare il succhiotto, in quanto esso non rappresenterà la sua unica risorsa per gestire gli stati emotivi spiacevoli.
Inoltre, se sosterrete il bambino nella gestione delle emozioni con la vostra presenza amorevole, sensibile e responsiva, il piccolo può consolidare l’idea di poter contare sugli altri, per far fronte alle proprie difficoltà.
Quando togliere il ciuccio
Prima di tutto siete voi genitori a dover essere pronti a tale passaggio, in quanto servono pazienza, connessione emotiva con il bambino, fermezza e perseveranza. Dovrete rappresentare una solida ancora emotiva in questa fase, per far sentire il bambino al sicuro ed orientarlo verso l’acquisizione di nuovi strumenti di regolazione emotiva. Se non vi sentite pronti, sarà meglio rimandare il momento di passaggio onde evitare di confondere il piccolo tornando sui propri passi.
Se possibile evitiamo di iniziare la dismissione del succhiotto in concomitanza con altri cambiamenti importanti nella routine del bambino come, ad esempio, la nascita del fratellino, un trasloco, un ricovero ospedaliero, l’ingresso al Nido o alla Scuola dell’Infanzia, il passaggio dal pannolino al vasino.
Quando si inizia a togliere il ciuccio, è importante farlo per gradi, eventualmente anche proponendo nuovi oggetti consolatori sostitutivi (la bambola, il pupazzo, la copertina…). Si comincerà, quindi, a ridurre durata e frequenza dell’uso del succhiotto prima nei momenti tranquilli, in cui il bambino si dimentica dello stesso ovvero quando è distratto o preso da altre situazioni, per poi aumentare sempre con gradualità, e lasciando per ultimo il sonno notturno.

Strategie per togliere il ciucco
Il primo passo è iniziare a togliere il ciuccio di giorno. Durante la giornata, infatti, è più facile abituare il bambino a rinunciare al succhiotto perché impegnato in altre attività.
Dunque, durante il gioco, le passeggiate al parco o le uscite è importante far capire al bambino che non è più necessario il ciuccio. Se piange bisognerà distrarlo con altri giochi o pupazzi portati con sé, così da avere qualcosa di alternativo che lo possa gratificare.
Nel caso in cui il bambino succhi il pollice può essere d’aiuto distrarre il bambino con giochi ed attività che gli tengano impegnate le mani. Per esempio: il dondolo, i massaggi, i giochi o il canto. Il bambino fin da subito impara che ci sono altri modi per trovare conforto oltre al pollice. In seguito lui stesso cercherà alternative alla gratificazione orale. Fate in modo che tenga il pollice occupato soprattutto quando lui è annoiato. Quando vedete il pollice dirigersi alla bocca, distraetelo e reindirizzatelo in un’attività che mantiene entrambe le mani occupate. Aumentando pian piano gli intervalli di tempo in cui il piccolo non ha la possibilità di portare il dito alla bocca. Un ottimo incentivo è poi quello di stabilire una serie di premi commisurati al raggiungimento degli obiettivi. Se il piccolo riesce a smettere per una settimana verrà premiato con un regalo. I premi però, non dovranno consistere in giocattoli ma soltanto in ricompense morali. Come una passeggiata insieme nel suo parco preferito o tante coccole. Non assillatevi se non ci riuscite normalmente, quando il bambino inizia a frequentare la scuola, perde il vizio di succhiare il pollice spontaneamente. Capita spesso, che siano i compagni più grandi a farglielo notare. L’importante è che il bambino si senta sempre sostenuto soprattutto se la decisione di smettere non è autonoma.
Anche quando fa il riposino pomeridiano bisognerà aiutarlo ad addormentarsi senza il ciuccio, magari cantando una ninna nanna o raccontando una favoletta che pian piano lo farà scivolare nel sonno. In questo caso andranno moltiplicate le attenzioni e sarà utile poi gratificarlo con qualche espressione come “Sei stato bravissimo a dormire senza ciuccio, questa sera lo raccontiamo al papà/mamma/nonni/maestra” per rendere la cosa super speciale e farlo sentire felice ed orgoglioso. Se il bambino succhia il pollice, cercate di proporgli un orsacchiotto così grande che dovrà avvolgere le mani intorno ad esso. Mettetelo a letto con le mani occupate con un libro.
Solo una volta superata questa fase sarà possibile iniziare a togliere il ciuccio anche la notte. Se il piccolo, di giorno, avrà già rinunciato volentieri al ciuccio, non opporrà resistenza e si abituerà anche la notte a stare senza.
E’ utile che il bambino si senta più grande e più sicuro di sé, per rafforzare le competenze auto regolative del bambino e l’autostima, in modo che possa affrontare con maggior fiducia le fatiche legate alla dismissione del succhiotto. Per lavorare in tal senso, è utile responsabilizzarlo, affidandogli piccoli compiti e chiedendogli di aiutarci nelle faccende di casa.
Togliere delicatamente il succhiotto o il pollice dalla bocca del bambino orientando la sua attenzione verso qualcosa che lo stimoli o lo interessi evitando in alcun modo metodi punitivi collegate alla dismissione del ciuccio.
Infine ricordatevi di coinvolgere chi si occupa del bambino: la scelta di togliere il ciuccio dev’essere una scelta condivisa anche da chi si occupa del bambino durante la giornata. La sua linea di condotta dev’essere conforme a quella tenuta dai genitori.
E’ importante creare una ritualità che possa accompagnare il bambino ad essere protagonista attivo di questo passaggio evolutivo e a padroneggiare la situazione. Evitare, quindi di far sparire il ciuccio nel nulla. Per esempio, si può ricorrere alla fatina dei ciucci che porta un dono in cambio del succhiotto da regalare ai bambini più piccoli. Occorrerà appoggiare tutti i succhiotti con un bel fiocco colorato sul davanzale di una finestra. Di notte arriverà la fatina che li porta via per consegnarli ai bimbi più piccoli che ne hanno davvero bisogno, lasciando, però, un regalino. Potete anche raccontare al bambino di un maghetto apprendista che fa sparire per incanto i ciucci uno dopo l’altro dallo sterilizzatore e che si dimentica di rimetterli al loro posto (finchè ne rimane solo uno per la notte che compare nel cuscino solo alla sera).O provate a modificare o arricchire la storia per renderla più affascinante ed efficace per il vostro bambino.
Queste semplici storie possono essere utilizzate nel momento conclusivo del processo di abbandono del ciuccio, ovvero quando si è già lavorato con gradualità per disabituare il bambino al suo uso per gran parte della giornata e coinvolgendolo attivamente. L’importante è ricordarsi che il bambino si senta protagonista della scelta, non che la subisca, ma che possa averne un ritorno sul piano dell’autostima dimostrandosi così soddisfatto. Potrebbe essere utile quindi prepararlo a questo passaggio scegliendo insieme qualcosa con cui fare uno scambio.
Tenete sempre a mente che l’efficacia di una strategia rispetto ad un'altra dipenderà, sicuramente, dal carattere del bambino ma la chiave per togliere il tanto amato ciuccio sarà soprattutto l’amore e la fermezza da parte di voi genitori!!
Comments